venerdì 25 ottobre 2013

Nilza Costa: il primo album e tanti progetti


Tra le eterogenee personalità presenti sulla variopinta scena musicale bolognese degli ultimi anni, Nilza Costa è senz’altro una delle figure più singolari ed affascinanti. Cantautrice dalla voce cosi vigorosamente profonda da riuscire a rapire l’ascoltatore sin dal primo istante. Partita da Ondina, un quartiere di Salvador di Bahia in Brasile, per arrivare a Bologna nel 2006, ha sempre conservato sin dalla prima infanzia un fortissimo legame con la sue origini e con le tradizioni musicali di influenza africana presenti nella sua città natale. La sua opera è dunque un connubio tra queste tradizioni etniche, caratterizzate dalle ritmiche tipiche della cultura latino-americana, ed altre sonorità che sono quelle del Jazz, del Reggae e del Soul. Nilza attualmente fa parte dell’ associazione culturale “Gastrobahia” impegnata nella valorizzazione della cultura afro-brasiliana a Bologna, con iniziative volte a far conoscere specialità culinarie, musiche, danze ed altre peculiarità provenienti dalla ricca tradizione multiculturale baiana. Quest’anno Nilza Costa ha inoltre registrato il suo primo album in studio. Il disco comprende dieci brani caratterizzati da un sound molto ricercato e da testi in portoghese e in inglese che esprimono principalmente questioni etico-sociali e politiche volti a scuotere la coscienza dell’ascoltatore, collocabile nell’ ambito della world music AfroJazz, l’album si presenta come un’opera raffinatamente elaborata. Nilza sta ora cercando di promuovere il suo progetto musicale attraverso il “Crowdfunding”, ovvero una nuova tipologia di finanziamento collaborativo da parte di gruppi o persone. 
L’intervista che segue è frutto di un incontro con la cantante presso gli studi di SoundLab a Bologna:
Nilza, quando hai scoperto di voler diventare una cantante?
Da piccola, quando cantavo nel coro parrocchiale della chiesa di paese, li è nata la mia passione per la musica. Cantavamo soprattutto Gospel , ma ben presto mi sono iniziati a piacere molti altri generi musicali sia legati alla tradizione afro-americana che di diverso tipo. Ho scritto la mia prima  canzone all’età di dodici anni.
L’album che hai da poco registrato è frutto di una certa fase della tua vita o elaborato in diversi periodi?
Tutte le canzoni presenti in questo album sono state scritte in Italia sin dal mio arrivo a Bologna nel 2006.
Quindi, cosa è cambiato dal 2006 ad oggi?
Prima di arrivare in Italia avevo sempre e solamente cantato in diversi cori e la gente mi continuava a chiedere per quale motivo non provassi a cantare come solista visto che avevo già un buon repertorio di canzoni scritte da me, ma io ero molto timida e lo sono ancora. Una volta arrivata in Italia ho abbandonato questa mia paura e sono riuscita ad acquisire più sicurezza di anno in anno.
Esiste una canzone nell’album che tu consideri particolarmente significativa?
Ce ne sono due o tre che mi piacciono particolarmente e sulle quali ho lavorato con molta forza emotiva, sto parlando di Pedra de Pedro, Blues Yansa e Inspiracao primeira.
E quali sono i temi e le questioni che tratti in queste ed altre canzoni?
Principalmente parlo di questioni sociali e politiche spesso legate ad un avvenimento, alla situazione generale o ad un’esperienza personale che mi è successa… Mi piacerebbe scrivere di amore ma lo considero un argomento molto complesso e da trattare con la giusta intensità, Pedra de Pedro parla di amore ma non tra due persone, piuttosto di amore come idea universale.
Come trovi l’ispirazione? Esiste un’artista o diversi artisti nei quali ti rispecchi?
Semplicemente mi piace scrivere, spesso parto dal pensare ad un problema o da un male sociale presente nel mondo e scrivendo musica vorrei fare in modo che questa funga da terapia o magari da conforto per me e per gli altri, tutto ciò attraverso un processo naturale. Gli artisti che prediligo sono moltissimi, in questo momento mi vengono in mente Ian Curtis e Bob Marley in particolare.
Perché un album in portoghese ed inglese in Italia?
Per me la musica è un qualcosa di universale che appartiene indifferentemente a tutti, non importa da dove proviene o come la canti, ma piuttosto che esista dappertutto sotto svariate forme.
Mi hanno parlato della raccolta fondi che tu e i tuoi collaboratori avete organizzato per la produzione del disco, sapresti dirmi come funziona?
Si, siamo alla ricerca di altri collaboratori, abbiamo messo l’album online e speriamo di trovare qualcuno che abbia voglia di aiutarci nel portare avanti il progetto, è una pratica piuttosto diffusa.
Hai altri progetti per il futuro?
Da brava brasiliana posso dire che il mio futuro è adesso… Non ho l’abitudine di pensare a ciò che succederà più tardi o il prossimo anno e cosi via.
Comunque, ho visto che hai collaborato con diversi artisti in passato, un domani con chi ti piacerebbe collaborare?
Non saprei, non è importante che sia qualcuno di famoso, poiché a mio parere siamo tutti famosi… Cosi su due piedi direi Andrea Bocelli, lo ascolto sin da quando ero in Brasile.
Cosa ne pensi della scena musicale bolognese?
La scena musicale bolognese è molto ampia e bella, si trova musica di ogni genere con artisti favolosi e ci sono davvero molte iniziative in questo ambito culturale. Ne sono felice.
Puoi considerarti unica nel tuo genere in questo momento?
Al momento penso di poter dire di si. Solitamente i brasiliani propongono la Bossa nova o la Samba. A me invece piace mescolare, visto che sono cresciuta in un ambiente dove erano molto presenti anche il Reggae, il Rock e il Blues.
Riusciresti a descrivere la tua musica in poche parole?
In realtà è un po’ complicato perché è musica molto eterogenea e sfugge dall’avere una definizione precisa.
Infine, cosa ti piacerebbe dire a i tuoi ascoltatori?
Mi piacerebbe dire che a prescindere dall’essere apprezzata o meno ciò che faccio lo faccio con il cuore e poi vorrei che la gente riuscisse ad essere attraversata da quella vibrazione benefica che cerco di trasmettere.
Nilza, grazie e buona fortuna!
Grazie!
Antonio Oliviero